Ci sono parole che evocano.
Appropriatene (ma bisogna saperlo fare).

“Questo lo posizioniamo come prodotto premium”, “Questa linea è al top di gamma”… Cosi via, narrando. Sono le affermazioni che con maggior frequenza si raccolgono nelle riunioni di presentazione di un’estensione di gamma oppure alla nascita di un nuovo prodotto, con chiaro riferimento ai competitor. Tutto valido, qualora le argomentazioni “oggettive” rispecchino le differenze. Se invece l’azione prevede una capacità di migliorare la narrazione, il passo è davvero complicato.

Quindi?

Si può fare, usando tecniche di comunicazione diverse dalle solite. Si definiscono di “riposizionamento consapevole”. Quindi, per essere chiari, Premium è una definizione di paragone (con un altro prodotto in gamma o con un prodotto concorrente). Si tratta di differenziare una funzione, un gusto, un ingrediente, una performance e così via.

Premium va sostanziato e testimoniato. Altrimenti per il consumatore ha il significato di banalità. Chi farebbe entrare nella propria vita una banalità?

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