La London School of Economics è nata nel 1895. Un decennio prima, in Italia, qualcuno ebbe una “vision” che dura ancora oggi.

Quando si afferma che esistono delle regole del marketing inviolabili si constata che, in un paio di secoli si sono misurati i comportamenti umani definendo le “carreggiate” entro i quali avvengono i movimenti della convivenza sociale nel mercato. Non sono ovviamente quelle regole a determinare i comportamenti, ma attraverso le analisi dei processi, degli atteggiamenti e, infine, delle azioni possiamo figurarci la journey per arrivare con efficacia all’action.

Sono le teorie che codificano le idee, non viceversa, lo vediamo bene qui, un caso che conosciamo bene, ma di questi ce ne sono molti: di imprese, cioè, che nascono con obiettivi “sociali” forti, mantenuti nei decenni – a volte secoli – superando devastazioni inenarrabili. Imprese che hanno resistito ai cambi generazionali o di proprietà rimanendo fedeli al principio fondante: una mission davvero potente e realmente “socio-economica”.

Produrre beni che migliorano l’esistente è la prima forma di produrre ricchezza; la seconda è generare profitto; la terza è aumentare il valore del territorio d’azione (borgo, città, stato, continente, mondo). È questo che genera “valore aggiunto” – come si ama dire spesso oggi.

A “sfruttare” (lasciando cioè il tuo campo d’azione più povero di prima) son buoni tutti. Quelli che invece sentono di corrispondere una missione sono legati al senso di appartenenza a una piccola tribù o – e non c’è differenza – al genere umano. Nella vita nutrono l’ambizione di non transitare inutilmente. Il cosiddetto “progresso” è arrivato fin qui perché ci sono sempre stati imprenditori che hanno seguito il senso della loro esistenza.

Quindi?

In Quba affermiamo che amiamo lavorare con imprese che generano valore non è un’asserzione “etica” ma è a sua volta una dichiarazione di missione imprenditoriale.

Ci sono momenti in cui la domanda è alta e nascono tante “imprese”. La logica è: “il mercato tira e io lo assecondo”. Il famoso “miracolo del Nord-Est” (arredo e house-appliance) ha costruito valore, anche se molte di quelle imprese oggi non ci sono più. Oggi ci sono altre produzioni a domanda alta: il vino, l’industria turistica, la medicina privata e l’automazione. Quando la domanda è alta è fondamentale decidere chi sei, qual è la tua posizione e quanto di quella fetta deve essere tua. Quelli che restano alla fine della corsa sono coloro che hanno usato la forza del mercato per posizionarsi in luoghi inaccessibili agli altri, costruendo i fili della rete nella quale dare sicurezza ai loro clienti. Abbiamo scritto “alla fine della corsa” non a caso, perché a quel punto la corsa finisce, diventando un passo costante e sicuro.

Il nostro lavoro è aiutare l’azienda a conquistare posizioni e, allo stesso tempo, accompagnare a una lettura “oggettiva” del mercato, comunicare, “sedimentare” i valori che costruiscono le fondamenta di una duratura crescita.

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